“Una tegola per la Basilica di Santa Margherita”
l’oggi e il domani del Santuario cortonese e del suo convento francescano
In una intervista con il Rettore del Santuario di Santa Margherita , padre Giancarlo Rosati, che ringrazia i fedeli e la Banca Popolare di Cortona per i contributi inviati per i lavori edili urgenti
Sulla stessa lunghezza d’onda della famosa iniziativa “ Un mattone per Assisi” di anni fa, anche al Santuario di Santa Margherita da diversi mesi è stata lanciato il progetto “ Una tegola per Santa Margherita”. Vale a dire una raccolta di offerte e di contributi privati e pubblici per gli interventi edili più urgenti della Basilica, che da alcuni anni è minacciata da danni ed usure del tempo, delle intemperie del maltempo e ,nelle parti lignee, dall’attacco degli insetti xilofagi . Su questo ed altro, in particolare sulla ripartenza del Santuario, in questi mesi di riapertura post-lockdwon, abbiamo intervistato il Rettore del Santuario, fra Giancarlo Rosati ofm.
Caro padre Rosati , i tempi non facili di oggi mettono la Chiesa e voi sacerdoti davanti a problemi che stanno sconvolgendo anche la nostra piccola società locale. Come si può ricominciare a rimettersi in cammino a partire dalla pandemia?
C’è un proverbio orientale che dice:“Tempi difficili creano uomini forti, uomini forti creano tempi facili. Tempi facili creano uomini deboli, uomini deboli creano tempi difficili”.
Coloro che hanno inventato questo proverbio vi hanno descritto, in modo realistico, l’andamento sinuoso della storia umana e forse vi hanno espresso anche un accenno di speranza: da situazioni difficili si può uscire più forti, più vogliosi di ricostruire, di progettare futuro, di non perdersi d’animo. Se questo è vero, allora noi che stiamo vivendo tempi veramente difficili e, come mai prima, a dimensione planetaria, possiamo uscirne più forti e temprati. A condizione, però, di non dimenticare che grandi progetti realizzati sono sempre frutto di grandi sacrifici fatti da varie generazioni, prima di noi. La tanta bellezza dei nostri territori, delle nostre città d’arte, della cultura e della fede hanno a monte saggezza, ostacoli superati con sacrificio e ricerca di un senso più profondo delle cose.
Qualcuno ha osservato che nelle nostre regioni del Centro Italia (Toscana, Lazio, Umbria, Marche) si è verificata la più alta concentrazione di Santi e di Artisti! Di bellezza spirituale e bellezza estetica, di bisogno di vedere oltre le apparenze e di ricercare nello spirito quella forza che può “condurci al di là di noi stessi perché raggiungiamo il nostro essere più vero” (Papa Francesco, Evangelii Gaudium, 8). Questo nostro mondo moderno ci ha fornito di immensi vantaggi, ha reso più facile il nostro vivere (almeno nella parte di mondo in cui ci troviamo), ha messo a nostra disposizione molti “mezzi”, ma spesso non sa indicare nessun “fine”. Questa afasia sul senso della vita e del suo valore costituisce un segno di debolezza della cultura del nostro tempo, la mancanza di motivazioni alte per impegni che comportino sacrifici, l’incapacità di conoscere la realtà come è e di orientarsi e orientare le giovani generazioni. “Peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla”, ci ha ricordato Papa Francesco.
D’accordo, ma, giustamente come dice lei, la fede , la religione deve andare oltre l’estetica. Cosa ci direbbe Santa Margherita, oggi?
Anche i tempi di Margherita erano difficili e la sua stessa vita fu lotta con se stessa e le circostanze. Ne uscì vincente perché seppe ancorare la sua vita a due punti fermi: la fede in Dio e l’appartenenza alla Chiesa, nelle figure dei francescani di Cortona. Non si perse d’animo e dalla fragilità di donna sola con un figlio, seppe esprimere nel ristretto territorio della Valdichiana tutta la sua ricca femminilità in valori universali validi anche per noi: quella particolare “grazia”, che Dio le ha donato e che perdura nel nostro Santuario, a disposizione di chiunque: la infinita misericordia di Dio che tutti accoglie, perdona e risana; la potente intercessione della preghiera; la carità sollecita per tutti i bisognosi; l’opera di pacificazione tra le fazioni avverse; l’obbedienza e l’amore alla Chiesa; l’amore per il territorio e le sue bellezze. Una donna forte che non si è chiusa in se stessa, piangendo sulla propria condizione “sfortunata”, quanto piuttosto guardando con occhi materni chi era in condizioni di disagio e di sventura e cercando soluzioni con carità e intelligenza.
E allora , in concreto, cosa ci propone il Santuario di Santa Margherita?
Intanto il servizio di sempre: accoglienza dei pellegrini e turisti, d’ogni dove, in particolare dei devoti di S. Margherita. Questa Casa “di” Margherita è sempre aperta a tutti, per le celebrazioni, per la preghiera silenziosa o anche solo per momenti di pausa dalla routine della vita. Una missione speciale la esercita la Casa di accoglienza, adiacente al Santuario, tanto richiesta da gruppi, parrocchie, singole famiglie, che qui vengono non solo per la comodità della struttura, ma anche attratti dalla “grazia” del luogo. Quando il Signore fa una grazia a un suo figlio o figlia, quella grazia è per tutti e per sempre. Fermarsi per qualche giorno, con la guida dei religiosi del Santuario, in momenti di ascolto, di dialogo, di preghiera e riflessione e di convivialità, può costituire occasione per riprendere il cammino con altra consapevolezza e altra forza.
Veniamo ora al progetto “ Una tegola per la Basilica di Santa Margherita” e ai contributi pubblici e privati che, anche se ancora non sufficienti, vi sono già arrivati dai tanti fedeli e, in particolare, al cospicuo aiuto di beneficenza inviato della Banca Popolare di Cortona .
Proprio per concretizzare al meglio la nostra accoglienza ai pellegrini e dare sicurezza edile alle strutture della Basilica e del Convento, una delle preoccupazioni maggiori mie, dei miei confratelli e dei volontari laici amici di Margherita è quella di mettere in sicurezza le strutture degli edifici e di rendere questa casa accogliente con servizi sufficienti perché la mente resti occupata all’ascolto di una parola di vita, che scenda nel profondo e dia senso per camminare nella vita.
Come ampiamente noto, varie sono le criticità: i rosoni della facciata infestati da volatili, i portoni della Basilica corrosi da tarli, vari intonaci che si sfaldano, i tetti della casa di accoglienza che “fanno acqua”. Insomma un discreto carico di lavori necessari per dare sicurezza e rendere a chi viene fin quassù una confortevole accoglienza. Anche Francesco si occupò nei primi mesi del suo nuovo cammino spirituale del restauro di chiese, specie di San Damiano, per farne la casa accogliente per Chiara e le sorelle povere. Andava per Assisi gridando: “chi mi dà una pietra avrà una ricompensa, chi due, due ricompense, chi tre…”. Nello stesso stile anche noi ci siamo esposti a stendere la mano per questa opera di restauro così necessaria. Hanno risposto in molti con gli spiccioli della povera vedova del Vangelo, tanto lodata da Gesù, e anche una istituzione benemerita per questo territorio, la Banca Popolare di Cortona, con un cospicuo contributo, avendo ben compreso la centralità del nostro Santuario nel tessuto spirituale, culturale e attrattivo di Cortona. Questo cospicuo contributo della Bpc e i tanti piccoli oboli giunti dai fedeli sono tutti ugualmente importanti e decisivi per i primi interventi che metteremo in essere già in questi mesi estivi. Altri interventi saranno ancora necessari, ma siamo sicuri che la Provvidenza Divina ci aiuterà ancora.
Intanto , da parte mia, di noi religiosi e sicuramente dei tanti che amano S. Margherita e il suo Santuario, dalle pagine de L’Etruria, giornale amato e stimato in Cortona e in Valdichiana, desidero dire un sentito e pubblico grazie a tutti. La “ricompensa” che il Signore saprà loro concedere, anche per intercessione della nostra Santa, certamente sarà grande e gioiosa come grande e bello è stato questo primo frutto di uno sforzo comune che rende i cittadini cortonesi, i cittadini della Valdichiana e i tanti fedeli, che vengono da fuori di queste nostre belle terre, una vera comunità cristiana che si stringe con devozione ed affetto alla sua Santa.
Ivo Camerini (L’Etruria, 31 luglio 2021)
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